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6 June 2023

Hosting da cui partire…
 


 

Google Penguin, ovvero Google Pinguino, è il nuovo algoritmo di Google rilasciato nel 2012. Lo scopo è sempre quello di penalizzare i siti impostati su criteri scorretti a vantaggio di quelli impostati su criteri corretti. Con Google Pinguino, saranno penalizzati i siti sovraottimizzati, iperottimizzati. Cosa si intende esattamente? Siti in cui è presente un numero eccessivo di keyword (magari non attinenti all’articolo, per scegliere termini più popolari, ma non in tema con la questione trattata); siti stranamente troppo linkati, in modo verosimilmente forzoso. Testi nascosti, descrizioni ridondanti. In breve, tutto quello che è finalizzato a spingere l’indicizzazione. Google ricerca la spontaneità. Vuole che l’utente, spontaneamente, data la qualità e l’originalità dell’articolo, lo segnali altrove. E questo avviene molto, molto raramente. Il Pinguino in realtà, è la conclusione di un processo iniziato da tempo.

Lo scopo è sempre quello di premiare la qualità, a scapito di chi cerca di “truccare” il gioco. Ma già da tempo, Google, non teneva in grande considerazione le keyword, specie se troppe e non tematiche. L’introduzione di questo nuovo algoritmo, lascia ipotizzare un ritorno alle keyword? Se sì, è noto quali debbano essere le caratteristiche: poche, pochissime e strettamente attinenti, che esprimano decisamente le parole chiave dell’articolo. Così il titolo, che deve essere attinente. O se si preferisce, l’articolo deve essere attinente al titolo. E le descrizioni: brevi e inerenti al tema. È necessario comprendere, che un sito di qualità, deve essere indirizzato a ciò che cerca l’utenza, in riferimento al target. Il sito, deve piacere all’utenza, non al webmaster, non al proprietario. Dalla grafica, alla struttura, ai contenuti. Perché se piace all’utenza (iscritta e non) piace a Google. Con tutte le conseguenze che questo comporta, in termini di posizionamento. Naturalmente il proprietario o il webmaster, potranno fare scelte differenti, costruendo un sito che non sia esattamente come lo vuole l’utenza. Benissimo. Purché si tratti di scelte consapevoli e si escludano i tentativi di “trucco”. Una scelta “editoriale”, potrebbe essere quella di scrivere articoli meno popolari, per rivolgersi a un target “più raffinato”. Scelta rispettabile. Ma è evidente che questo comporterà un minore traffico sul sito. Va tutto bene. Purché si sappia quel che si fa e quello che si vuole fare, fermo restando il debellare le scorrettezze, che non solo non pagano, ma prima o poi, penalizzano.